L'Arte Digitale rappresenta un mercato nascente enorme. NFT è un acronimo che si sente usare spesso in queste settimane. Cosa sono, come sono connessi alla Blockchain e perché dovrebbero interessarti.
A partire dagli anni '70 il concetto di Arte Digitale è diventato sempre più mainstream, attirando l’interesse di pittori, scultori, musicisti, fotografi e videomaker.
Con l’avvento di Internet e l’epoca dei new media, l’arte ha subito una parziale "snaturazione" del modello prettamente materiale e fisico, fino a indirizzarsi sempre di più verso pratiche e tecniche digitali.
Digital Art su Blockchain
La nascita della Blockchain, e il successivo integramento con gli smart contract, hanno posto le basi di una nuova “moda” chiamata NFT.
Gli NFT (“Non-Fungible Tokens”) sono dei token registrati sulla Blockchain.
>> Se non sai cos’è la Blockchain ti invito a leggere quest'altro mio articolo:
"Blockchain: cos’è e perché Cambierà il Panorama Digitale dei prossimi anni" <<
Cosa significa "fungibile"? E cosa sono i Token?
Un bene è chiamato fungibile quando è intercambiabile con se stesso. L’esempio più calzante è il denaro: una moneta da 1 euro, ha lo stesso valore di un'altra moneta da 1 euro.
Inoltre un bene fungibile è divisibile in parti più piccole. Una banconota da 10 euro ha lo stesso valore di due banconote da 5 euro.
Per bene NON FUNGIBILE s'intende dunque un bene non intercambiabile con se stesso, un bene cioè con caratteristiche particolari che lo rendono unico nel suo essere.
Esempi di beni non fungibile sono case, appezzamenti terrieri o opere artistiche.
Un token è invece un codice numerico identificativo pubblico, registrato, condiviso e approvato su Blockchain.
Tutti i codici sono scritti sulla Blockchain attraverso una tecnica chiamata crittografia.
In questo modo, tali codici diventano pseudo-anonimi.
Cosa significa pseudo-anonimi?
Immagina di possedere un token NFT.
Tutti gli altri utenti del mondo potranno vedere l’immagine del tuo NFT abbinata a un codice. Quel codice sarà custodito sull’indirizzo del tuo wallet (portafoglio), visto che ne sei proprietario.
Nessuno potrà sapere a chi appartiene quel NFT, a meno che tu non renda pubblico l’indirizzo del tuo portafoglio.
Così facendo, gli altri utenti potranno vedere tutte le transazioni in entrata o in uscita da quell’indirizzo, ma non potranno in alcuno modo gestire e scambiare i tuoi token.
NOTA BENE: gli indirizzi su Blockchain sono anonimi finché i proprietari di quegli indirizzi non rivelano la loro identità.
NFT e arte: che connessione hanno tra loro?
Essendo l’NFT un’entità, o meglio un codice con caratteristiche uniche, abbinando quel codice a un’opera d’arte digitale, è possibile rivendicarne la proprietà in modo totalmente decentralizzato, ovvero senza l’intermediazione di terze parti.
Se possiedi un qualsiasi oggetto d’arte digitale puoi tokenizzarlo, ovvero attribuirgli un codice e di conseguenza puoi possederlo, esporlo o venderlo su Blockchain nei diversi marketplace.
Gli NFT posseggono delle caratteristiche di base comuni:
- Titolo
- Descrizione
- Un'immagine, una gif o un file audio
NFT: un mercato in forte espansione
Sebbene queste pratiche sembrino alquanto bizzarre o quantomeno discutibili, è innegabile il fatto che il mercato degli NFT stia subendo una crescita pazzesca, testimoniata dai numerosi NFT che vengono venduti ogni giorni a cifre sbalorditive.
Una serie di figurine pixelate collezionabili, sono state vendute in questi mesi a cifre superiori al milione di dollari per ogni esemplare. O ancora, un enorme jpeg è stato battuto all'asta per 70 Milioni di Dollari.
Insomma, l’arte certificata e venduta su Blockchain, pur rimanendo un settore di nicchia, è in continua espansione, così come riportato anche da Il Sole 24 Ore.
Ne è dimostrazione anche la crescita esponenziale dei volumi scambiati su NFT: i volumi del mese di febbraio 2021 hanno superato i volumi dell’intero anno 2020.
Questi dati sono la rappresentazione oggettiva dell’aumento di interesse che il mondo digitale sta attirando, soprattutto per quanto riguardo il settore dell’arte.
I Marketplace di NFT
Esistono delle piattaforme che fungono da vere e proprie piazze di scambio di NFT.
Un’artista, per esempio, una volta creata la sua opera d’arte digitale, potrebbe tokenizzare l’opera stessa attraverso uno smart contract, e vendere l’NFT in uno dei diversi marketplace esistenti.
Il marketplace per antonomasia è "Opensea", ovvero una piattaforma che funge da aggregatore di tutte le piazze di scambio esistenti.
Esempio di opere d’arte digitali vendute su Opensea
La vendita dell’NFT su Marketplace rappresenta la cessione della proprietà digitale dell’opera.
Ciò non significa che l’autore non possa riprodurre o riproporre l’opera in altri contesti digitali, bensì che non potrà riprodurre lo stesso codice all’interno della Blockchain, poiché può esistere un solo token con quelle specifiche caratteristiche.
L’autore potrebbe in ogni caso creare un'opera identica a quella appena venduta sotto NFT, ma verrebbe meno il concetto di scarsità digitale, e tutte le opere di quel tipo verrebbero etichettate come copie: esistono migliaia di riproduzioni fedeli della Monnalisa, talvolta con particolari ben curati, ma esse rimangono solo effimere riproduzioni, senza alcun tipo di valore minimamente paragonabile all'originale.
Un codice numerico può avere valore?
Premettendo che non è il codice in sé ad avere valore, bensì il fatto che a quel preciso codice appartenga un file digitale unico nel suo genere.
A questo punto sorge la domanda... ma un file digitale può avere valore?
Per rispondere, è necessario chiedersi: cosa rende l’arte "di valore"?
L’arte viene considerata di valore quando:
- vi è scaristà
- l’opera è socialmente ritenuta di valore da una community o da un singolo individuo
Le Community di NFT
Il fatto che una community allargata di individui attribuisca valore a un file digitale fa sì che quello stesso file ottenga un valore di mercato.
L’arte non ha un valore determinato da domanda e offerta, ma un valore determinato dalla concezione del bello secondo una società con particolari culture e passioni.
Un NFT potrebbe non piacerti, ma ciò non significa che quell’opera non possa assumere valore all’interno di una community di appassionati.
>> NFT e Arte Digitale: intervista a Federico Clapis <<
C’è da sottolineare poi che queste community stanno pian piano emergendo e catturando l’attenzione di numerosi player che sfruttano l’hype di questo fenomeno per generare profitto dalla compravendita di NFT.
Tokenizzazione di asset reali
Un’altra interessante applicazione degli NFT, riguarda la tokenizzazione di asset reali.
Il fatto che gli NFT fino ad oggi siano circoscritti al mondo dell’arte non esclude che nei prossimi anni potremo assistere a una tokenizzazione di massa di asset reali.
Questa pratica comporterebbe la registrazione con codice su Blockchain, con conseguenze attestazione di proprietà, di innumerevoli oggetti reali, come ad esempio per le case.
Tokenizzare un asset immobiliare attraverso un NFT significherebbe associare a quel particolare e unico NFT la prova indiscutibile di proprietà dell'immobile da parte del possessore del token.
Chissà, magari un giorno il mondo deciderà di attribuire un codice identificativo a qualsiasi oggetto scambiabile e utilizzerà reti peer-to-peer per effettuare scambi di proprietà di quegli stessi oggetti. Sebbene la società non sia ancora pronta per una adozione di massa degli NFT uno scenario simile non può certamente essere escluso a priori.