Che cos’è la Satira?
La satira è il dietro le quinte del falegname più famoso della storia: San Giuseppe. Ma andiamo con ordine...
Ho sempre voluto essere un “disegnAutore”, poiché ho sempre dato più peso al contenuto, al messaggio. Ho comunque studiato a fondo la pittura conseguentemente alla frequentazione dell’Accademia di Belle Arti. Tra i maestri che mi hanno ispirato ci sono Jacovitti ed Édika, ma anche grandi vignettisti di un passato ormai remoto come Giuseppe Scalarini.
Il concetto di satira è qualcosa che mi appartiene profondamente qualcosa che ho portato avanti sin dalle prime cose che ho fatto. Da bambino nei miei primi disegni, nei primi approcci all’arte, ho sempre sperimentato una certa innata tendenza al voler far divertire, un piacere nell’intrattenere chi guardava i miei disegni senza dover ricorrere alla drammaticità della realtà, bensì al suo lato più comico.
La satira è la ricerca del significato nascosto delle cose che ti mostra ciò che diversamente resterebbe celato. La satira scopre la verità nascosta dietro alle apparenze, cambia il punto di vista, devia la prospettiva e fa apparire un altro lato dello stesso mondo: visto frontalmente un semplice rettangolo può essere interpretato come qualcosa di pesante, ad esempio, un mattone, ma girando attorno allo stesso rettangolo, mutando quindi prospettiva, magari si scopre che è invece qualcosa di molto leggero come un foglio di carta. Dunque in questo senso pesantezza e leggerezza possono paradossalmente essere la stessa cosa e la satira mette in luce il paradosso spostando l’angolo della visuale.
Molte delle vignette che realizzo mettono in pratica questo concetto, ovvero raccontare una realtà nota in maniera non convenzionale. La satira scopre la verità nascosta dietro alle apparenze.
Il dramma di San Giuseppe
Un simile paradigma interpretativo può applicarsi osservando, ad esempio, la religione cattolica.
Normalmente tutti noi, o quasi, vediamo il cattolicesimo da un unico punto di vista, ovvero quello delle cosiddette Sacre Scritture, che ci hanno consegnato un resoconto monolitico del passato. Ma se proviamo per un attimo, accettando una sorta di esercizio di stile, a scompigliare un po’ la visuale, ci si accorge che il tutto può diventare estremamente risibile (e dissacrante!): pensiamo al falegname più famoso della storia, San Giuseppe.
Racconta il Vangelo, Giuseppe, anziano, sposa una giovane donna, la Madonna appunto, e questa sua giovane sposa rimane incinta mentre lui è lontano da casa e, quasi per stanchezza o pre quieto vivere, è costretto ad accettare un alibi decisamente poco credibile agli occhi di tutti. Cosa avranno detto i loro vicini di casa? Chissà le malelingue! E chissà quante madonne povero Giuseppe!... che, tra l’altro, non poteva neanche lasciarsi andare a imprecazioni forse liberatorie poiché avrebbe avuto la diretta interessata proprio sotto il naso! Ecco, puntare il dito su certi aspetti grotteschi è facile, quasi obbligatorio. Alle mie mostre partecipano spesso anche molti sacerdoti e, finora, me la sono sempre cavata con una loro risata!