Parlare di Privacy e Tutela dei Dati Personali è argomento vario e ampio. Andiamo per gradi.
Il Concetto di Privacy Moderno
Lasciando stare l’Antica Grecia, si può affermare che il Concetto di Privacy Moderno sia nato quando l’Avv. Samuel Warren e il suo collega l'Avv. Louis Brandeis, a Boston nel 1890, per porre un argine all’intromissione della stampa quotidiana e del fotogiornalismo dilagante, scrissero “The right to privacy”, sulla Harward Law Rewiev.
Il saggio era fondato sul concetto di “diritto a essere lasciato in pace”. In tempi recenti, a causa della pervasività delle nuove tecnologie, il diritto alla riservatezza si è ampliato sino al punto che la Corte Costituzionale Tedesca, nel 1983, è arrivata a teorizzare il “diritto all’autodeterminazione informativa”.
In pratica, l’interessato ha il potere di stabilire quali e quante informazioni condividere con gli altri. La privacy moderna, comunque la si voglia chiamare (riservatezza, privatezza, ecc.), esprime oggi questo concetto di dominio - della persona fisica - sui propri dati personali.
Diritto alla Privacy in Europa
In Europa il Diritto alla Privacy ha raccolto questa esigenza principalmente tentando di limitare, la possibilità, da parte degli stati con legislazioni meno evolute, di controllare i propri cittadini. Così ha visto la luce la Direttiva Comunitaria 95/46 del 1995 che è stata implementata dai vari Stati con diverse leggi nazionali di recepimento.
Privacy in Italia
L’Italia ha così pubblicato la Legge 675 del 1996 che ha stabilito le linee portanti del sistema attuale che, con il Regolamento (UE) 2016/679 dell’Unione Europea (di seguito, “RGPD”), è stato armonizzato e innovato.
Il considerando (6) del RGPD prevede:
“La rapidità dell’evoluzione tecnologica e la globalizzazione comportano nuove sfide per la protezione dei dati personali.
La portata della condivisione e della raccolta di dati personali è aumentata in modo significativo.
La tecnologia attuale consente tanto alle imprese private quanto alle autorità pubbliche di utilizzare dati personali, come mai in precedenza, nello svolgimento delle loro attività. Sempre più spesso, le persone fisiche rendono disponibili al pubblico su scala mondiale informazioni personali che li riguardano.La tecnologia ha trasformato l’economia e le relazioni sociali e dovrebbe facilitare ancora di più la libera circolazione dei dati personali all’interno dell’Unione e il loro trasferimento verso paesi terzi e organizzazioni internazionali, garantendo al tempo stesso un elevato livello di protezione dei dati personali”.
Quindi di fatto il RGPD, pubblicato dopo oltre vent’anni dalla direttiva 95/46, detta direttiva privacy madre, tiene conto delle nuove tecnologie (Internet, in primis, oltre a cellulari, computer, smartphone, tablet, smartwatch, fitbit) che, come non mai nella storia dell’uomo, consentono di raccogliere una infinità di informazioni, anche le più intime, sulle persone e le loro attività on line, ma anche off line.
RGPD: qual è il suo scopo?
Scopo primario del RGPD è quello di permettere alle autorità privacy nazionali - in Italia il Garante Privacy - di porre un argine all’attività dei cosiddetti "Over The Top" come:
- Amazon
- Microsoft
- Apple
Tali aziende sfruttano questi dati per erogare servizi, apparentemente gratuiti per l’utente.
Ma attenzione! Quando non paghi per un servizio di solito è perché il prodotto sei tu!
Ricordo che Umberto Eco, in un provocatorio articolo su un quotidiano recentemente scriveva, a proposito della naturale vocazione esibizionistica delle persone, evidente nell’uso dei social network:
“E allora perché preoccuparsi tanto della privatezza? Non ne importa niente a nessuno. L’importante, per esistere, è farsi vedere”.
Però, da un altro punto di vista, è anche vero che nessuno sarebbe contento di andare in giro per un centro commerciale con un cartellino appuntato dietro la schiena in cui sono elencate le sue preferenze, acquisti, liste desideri, negozi visitati o secondi passati davanti a una vetrina.
Ma questo è quello che avviene attualmente on line!
I Big Data e la Privacy
Se un secolo fa la risorsa più preziosa era il petrolio, oggi, un nuovo “prodotto” sta favorendo l’espansione incontenibile di un’industria enormemente lucrativa: i nostri dati personali. I cosiddetti Big Data.
Risulta quindi chiaro che il tema "privacy" impatta sul nostro essere uomini o donne, cittadini (lo scandalo di Cambridge Analytica che ha visto Facebook nel ruolo di protagonista negativo ha dimostrato come con l’uso esperto dei dati si possano influenzare anche le elezioni democratiche), genitori e utenti.
La questione è talmente vasta e penetrante che è capace di impattare il nostro quotidiano anche a livello aziendale e di business. Fattori che certamente non possiamo permetterci di ignorare!